In Italia la cannabis legale viene ritenuta tale se il livello di THC non è superiore allo 0,5%. Potreste però chiedervi: la legislazione in Italia è davvero così semplice? Basta davvero questo semplice dato per stabilire la legalità o meno di un’infiorescenza di cannabis? La questione è complessa, e proprio per questo abbiamo deciso di dedicare un intero articolo per informarvi sulle diverse leggi e sentenze riguardanti il mondo della cannabis light.
Cannabis legale e cannabis sativa L
Esistono diversi ceppi e varietà di piante di cannabis, le più comuni ed utilizzate sono la cannabis sativa e la cannabis indica. A causa delle caratteristiche chimiche delle due varietà, la cannabis sativa viene identificata dalla legge italiana come l’unico fenotipo da cui è lecito produrre cannabis legale.
La varietà sativa della pianta di cannabis contiene tendenzialmente, rispetto alla indica, livelli minori di THC e maggiori di CBD. Grazie a queste caratteristiche viene quindi indicata come l’unico ceppo in grado di fornire infiorescenze legali e dunque a norma di legge.
Risulta quindi evidente che un’infiorescenza di cannabis legale, per essere definita tale, deve provenire da una varietà di cannabis sativa E avere un valore di THC inferiore allo 0,5%.
Cannabis light e legge 2 dicembre 2016, n. 242
Le condizioni di legalità della cannabis light appena descritte, fanno riferimento alla legge n. 242 del 2 dicembre 2016. La legge chiarisce come siano leciti la commercializzazione, la produzione e il consumo di cannabis light a patto che questa provenga da coltivazioni conformi alla legge stessa e che rispettino quindi le condizioni segnalate nel paragrafo precedente.
Basta dunque questa legge del 2016, per gestire e capire la legislatura che ruota attorno al mondo della cannabis legale? Purtroppo no, nel corso degli ultimi 4 anni le cose sono un po’ cambiate, e se continuerete a leggere scoprirete come.
Sentenze della cassazione e modifiche
La legge 2 dicembre 2016, n. 242 non è sufficiente a chiarire la posizione della cannabis light nell’ordinamento. Nonostante la legge, sono stati diversi gli episodi di sequestri di canapa negli esercizi commerciali, e molti di essi quantomeno discutibili. Inoltre, ci sono state diverse risoluzioni presentate da parti politiche notoriamente avverse al mondo della cannabis.
Alla luce di tutto questo, le autorità hanno deciso di prendere una posizione netta intervenendo. Tale intervento è arrivato da parte della Suprema Corte di Cassazione, Sez. VI penale, che con la sentenza n. 4920/2019 ha effettuato un’interpretazione della normativa esistente.
Cannabis legale e sentenza n. 4920/2019
La Corte di Cassazione chiarisce in maniera decisa il tema dei controlli:
“Il commerciante non potrà essere punibile per l’art. 73 DPR 309/1990 laddove dimostri documentalmente la provenienza lecita delle infiorescenze da lecite coltivazioni, in virtù del valore della presunzione di legalità della documentazione (fiscale e di trasporto) che accompagna un prodotto lecito.”
In sostanza, in presenza di una documentazione, che attesti la provenienza della cannabis light da coltivazioni lecite e a norma, il venditore non potrà essere perseguito.
Così come: “Non potrà essere punibile ex art. 75 il consumatore trovato in possesso di cannabis light, dal momento che si tratta della posizione di un soggetto che fruisce liberamente di un bene lecito, risultando il limite dello 0,6% di THC la soglia sotto la quale la cannabis non ha effetti psicotropi rilevanti giuridicamente ai sensi del DPR 309/1990.”
Che tradotto dal burocratese, significa che il consumatore di cannabis legale non può essere perseguito, a patto che la sostanza in suo possesso provenga da un rivenditore che si rifornisce da una delle coltivazioni a norma di legge.
Cannabis legale e buon senso
Se da un punto di vista strettamente legale, i rischi per il consumo di cannabis legale sono minimi, l’invito è quello alla prudenza. Evitate dunque di viaggiare, specialmente con mezzi pubblici, portando dietro la cannabis light. I cani antidroga, per quanto migliori amici dell’uomo, non sono in grado di distinguere la cannabis legale da quella illegale. Potreste dunque avere problemi con i controlli antidroga della polizia.
Se proprio dovete viaggiare portandola con voi, il consiglio è quello di mantenere l’imballaggio intatto, così che il contenuto sia senza dubbio responsabilità del venditore e non possa in alcun modo essere stato scambiato.
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